Umm Kulthum, l’astro d’Oriente di Cristina Rovere
Alaa Wardi nel video“Evolution of Arabic Music” (è su YouTube) ripercorre la storia della musica araba degli ultimi cento anni; almeno un paio di canzoni appartengono al repertorio di colei che è stata la più carismatica e famosa cantante mediorientale di sempre: Umm Kulthum. Definita “l’astro d’Oriente”, Umm Kulthum è stata la diva par excellence lasciando un segno non solo nella musica, ma anche nel costume, nella società e nella politica egiziana.
Nata a inizio Novecento in un piccolo villaggio del Delta del Nilo, fin da bambina venne istruita dal padre nel salmodiare il Corano, e dopo le prime esibizioni pubbliche in cui, travestita da ragazzo, eseguiva canti religiosi, venne notata per la potenza della sua voce e le straordinarie doti di interprete, cose che le permisero di approdare al Cairo negli anni Venti. Qui attirò l’attenzione dei migliori poeti, compositori e musicisti del suo tempo, come il poeta Ahmed Rami che la amò segretamente per tutta la vita e scrisse per lei decine di poemi/canzoni, tra cui “Se io perdono” che fu il primo disco da lei inciso.
Umm Kulthum, nel corso della sua pluridecennale carriera, ha registrato più di trecento canzoni, e ha attraversato la storia dell’Egitto. Nel 1934 fu lei ad aprire le trasmissioni per la neonata radio di stato, Radio Cairo; fu insignita da re Faruk con una delle massime onorificenze dello Stato, e fu amica e sostenitrice di Gamal Abd el-Naser. Durante il turbolento periodo seguito alla cacciata di re Faruk e alla presa del potere dei Liberi Ufficiali, Kulthum cantò canzoni dai forti toni nazionalistici e politici, che racchiudevano le speranze e le aspirazioni degli egiziani e di tutti i popoli arabi.
Nonostante il suo supporto al nuovo governo, venne allontanata da Radio Cairo perché vista come troppo contigua a re Faruk. Leggenda vuole che fu lo stesso Naser a imporre il suo ritorno in radio temendo le proteste dell’intero popolo egiziano. Così, per più di dieci anni, ogni primo martedì del mese i suoi concerti furono trasmessi alla radio; il Cairo diventava una città deserta, tutti si riunivano nei caffè o nei ristoranti per sentirla cantare. E, siccome Radio Cairo era diventata la prima radio a trasmettere dal Marocco all’Iraq, in quel giorno milioni di arabi si fermavano per ascoltarla. Dopo la sconfitta egiziana nella guerra del 1967, cominciò a dare concerti in tutto il mondo – anche all’Olympia di Parigi – per raccogliere fondi per il proprio paese, e dopo un esibizione a Tunisi fu lei a ricucire lo strappo tra il presidente tunisino Bourguiba e Nasser.
Il 4 febbraio 1975 la radio nazionale interruppe la normale programmazione inserendo dei versetti del Corano: Umm Kulthum era morta. Ai suoi funerali parteciparono più di quattro milioni di persone.
Ancora oggi è frequente salire in un taxi al Cairo e venire avvolti dalla voce di Umm Kulthum, così come alla sua icona si sono ispirati artisti e scrittori. La pittrice Chant Avedissian le ha dedicato una serie di quadri intitolati “Diva”, mentre lo scrittore Selim Nassib ha scritto una biografia romanzata sulla sua vita: Ti ho amata per la tua voce.