Konrad
Ambiente

Un autodromo a Mortegliano?

– di Francesco Polo –

Un progetto paradossale, sospeso tra speculazione ambientale e propaganda

Si voterà domenica 15 marzo dalle 8 alle 20, in un clima di propaganda demogagica che fa passare una colata di cemento per un’opportunità per la comunità.

 

Autodromo2

Il Comune di Mortegliano, realtà di 5000 abitanti nel Medio Friuli, in questi mesi è salito all’attenzione della cronaca poiché la frazione di Lavariano potrebbe essere interessata dalla costruzione di un immenso impianto motoristico presso la cosiddetta ex-pista di volo, nella campagna, a mezzo chilometro dal paese.

Lavariano, con i suoi 1000 abitanti, è un luogo storicamente a vocazione agricola, e oggi luogo di eccellenze produttive quali la famosa Blave di Mortean e i premiatissimi prodotti della Latteria di Lavariano. Nonostante le dimensioni, è un paese particolarmente vivace, intraprendente nella costruzione di momenti aggregativi di impronta tipicamente rurale, destinati anche ad un vasto pubblico: le associazioni del paese realizzano riuscitissimi connubi tra tradizione contadina e innovazione e momenti culturali legati all’identità sociale di chi vive questa terra. Tutto questo è anche sfociato nel progetto “Lavariano Borgo Rurale”, per la valorizzazione delle eccellenze produttive, dell’identità locale e del turismo rurale, sostenuto a livello europeo.

Agli antipodi di questa dimensione, su proposta di alcuni imprenditori locali, dal 2008 due amministrazioni hanno messo in atto procedure per favorire una variante urbanistica che trasformasse l’area ovest della ex-pista di volo in territorio destinato ad attività motoristiche, di indubbio grande impatto. Tutto ciò è accaduto pressoché all’insaputa dei cittadini, mentre già dal 2009 gli imprenditori proponenti acquistavano 25 ettari di campagna attorno ai 10 ettari di pista-ovest. Dal silenzio generale è poi partita, da circa un anno, una dirompente campagna mediatica a sostegno del progetto, che ha preso alla sprovvista la popolazione.

 

Il territorio della pista, in piena campagna, veniva utilizzato come campo di aviazione già nella Prima Guerra Mondiale. Col secondo conflitto è stato cementificato dall’occupante tedesco e, finita la guerra, fino a oggi, la natura ha potuto riappropriarsene, ricoprendo con la vegetazione quasi completamente il cemento. Perciò la pista-ovest (10 ettari) è oggi uno spazio naturale a disposizione della popolazione, la quale lo usa liberamente per attività spontanee, salutari o per aeromodellismo, sul poco cemento rimasto esposto.

I proponenti dell’autodromo hanno qui previsto un impianto di 35 ettari, superficie equivalente a 50 campi da calcio, se il Comune darà il consenso. Quest’opera immensa verrebbe realizzata da una Srl con un capitale di 110 mila euro, a fronte di un progetto il cui investimento prevede circa 20 milioni di euro: questo pone un grave problema sulla sostenibilità del progetto. Inoltre, posto che ci troviamo in una difficile congiuntura economica, che molti impianti motoristici sono in difficoltà, che siamo in totale assenza di sicurezze sull’eventuale indotto, l’unica cosa certa sarebbe un inevitabile peggioramento della qualità della vita dei lavarianesi. Da alcuni mesi una potente attività mediatica invade ogni spazio in favore della costruzione di un impianto voluttuario e non necessario che peserà quasi esclusivamente sugli abitanti del paese. I proponenti, forti del supporto di professionisti della propaganda e della complicità di alcuni imprenditori locali convinti di poter beneficiare del progetto, stanno monopolizzando l’opinione pubblica, martellata da volantini che occultano persino il fine motoristico con immagini di bellezza e natura.

Autodromo1

Non importa se già più volte questa zona è stata mira di speculazioni gravose per i cittadini e per la qualità della vita, con tentativi di realizzare cave e discariche. Non importa se è già imminente la costruzione dell’immenso elettrodotto Redipuglia – Udine Ovest, il quale passerà proprio sulla campagna lavarianese. Alla gente di Mortegliano, ed in particolare di Lavariano, viene imposto un progetto fortemente impattante, privo di trasparenza e di garanzie.

È così che il Consiglio Comunale, declinando la propria responsabilità decisionale, si è fatto promotore di un ambiguo referendum nel contesto di una forte pressione mediatica. In mezzo a tanta mala-informazione, Lavariano, unica frazione veramente interessata, potrà contare solo sui suoi elettori, appena un quinto dell’intero comune. È così che una incerta speculazione rischia di strappare demagogicamente l’appoggio di una popolazione in gran parte non interessata e, per il resto, male informata.

Informazioni www.lavariano.it

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simonetta lorigliola

14 comments

Robert 4 Marzo 2015 at 9:32

Articolo pieno di falsità: come facilmente verificabile su Google Maps, la pista in cemento c’è eccome, non è stata affatto cancellata dalla vegetazione. Inoltre quest’area è utilizzata come discarica abusiva, e sono numerose le foto facilmente recuperabili sul web che documentano ciò.

Reply
Francesco Polo 8 Marzo 2015 at 9:32

Gentile Robert, l’articolo non nega l’esistenza del cemento, ma sottolinea la spontanea graduale rinaturalizzazione della zona. L’immagine da Google Maps è riportata anche su questa pagina. Faccio notare il perimetro dell’autodromo (35 ettari) rispetto alla piccola lingua di cemento rimasta ancora esposta (3 ettari). Per chi ha piacere, sul sito lavariano.it, tramite un filmato, si può fare un giro in bici proprio in quella zona.

Reply
Anna-Elisa Toso 4 Marzo 2015 at 9:54

Finalmente un articolo che dà la sua giusta collocazione alla situazione assurda del progetto “autodromo” di Mortegliano, in modo sintetico, ma suggestivo. Complimenti!

Reply
affarimiei 4 Marzo 2015 at 10:20

Interessane quest’articolo basato su un’infinità di affermazioni futili, incongruenze e falsità , un bel modo di terrorizzare i locali al fronte di una possibile esplosione di turismo che porterebbe non solo i paesini limitrofi (che poverini , diciamocelo, sono
una reincarnazione di senilità e mortorio) a guadagnarci , ma l’intera regione .
Non è ben chiaro come i cittadini vedrebbero mancarsi qualcosa con questo autodromo , se già ora nel medesimo luogo c’è il NULLA assoluto ….o addirittura avrebbe ricadute economiche , quando sono gli stessi imprenditori a poggiare la pecunia (e non sono di certo 110mila € come sostiene , falsamente, l’articolo)… Fondamentalmente un progetto di fattibilità basato sul riutilizzo della terra smossa (la legge VIETA le”cave”) , il rimboschimento con piante autoctone ed arbustive , la cementificazione al 20% sul totale del terreno , la costruzione di impianti all’avanguardia ecc ..è vista come un’opera negativa ? Non mi farebbe strano che gli stessi “contrari” al progetto (i quali sono intervenuti al primo dibattito in maniera a dir poco demenziale e scandalosa) poi siano i primi a lamentarsi su come il mondo sta andando a rotoli e non c’è lavoro . SVEGLIATEVI .

Reply
Francesco Polo 8 Marzo 2015 at 9:32

Gentile Affarimiei, faccio notare che ogni possibile problematica suscitata da un impianto di tali dimensioni ricadrà quasi esclusivamente sugli abitanti della zona. Quindi saranno “affari nostri”. Capiamo benissimo che molti appassionati non se ne curino e non abbiano nemmeno la necessità di approfondire: sappiamo, purtroppo, che è facile rischiare sulla pelle di altri. Sottolineo, e mi si permetta di conoscere bene questa zona, la tua totale non conoscenza del tessuto socio-culturale locale, dove parlare di “mortorio e senilità” è un’immagine a dir poco inadatta. Sottolineo la completa assenza di garanzie fornite dai proponenti e il fatto che una SRL, per definizione, è una società a responsabilità limitata. Sottolineo inoltre un’affermazione di principio: gli appassionati hanno tutto il diritto di esprimere la propria passione, ma nessun diritto di imporla a spese di altri.

Reply
Roberto Ronconi 4 Marzo 2015 at 11:06

Caro Francesco, mi permetto di commentare poiché il tuo articolo contiene alcune inesattezze ed alcune imprecisioni.

Dici: “Il Comune di Mortegliano … in questi mesi” e “Tutto ciò è accaduto pressoché all’insaputa dei cittadini”, ma questo non è vero poiché io, cittadino di Mortegliano, ne sento parlare da prima del 2008, e ricordo articoli del Messaggero Veneto già dal 2010 – ma sono sicuro ne esistano anche di ben precedenti, ed è sufficiente una velocissima ricerca online con un motore di ricerca (ad esempio cercando: “autodromo messaggero veneto 2010”) per scoprire l’esistenza di tali articoli o per scoprire che alcuni forum di appassionati ne parlano già dal 2008. Inoltre, alcune “voci di paese” (ti ricordo che vivo a Mortegliano) all’epoca sussurravano addirittura una possibile apertura dell’impianto per il 2009.

Dici: “a mezzo chilometro dal paese”, ma questo non è vero poiché stando al prospetto facilmente reperibile in rete la distanza minima sarebbe 680 metri. Secondo me i numeri andrebbero arrotondati sempre con la stessa regola e non una volta per difetto e una volta per eccesso a seconda di come ci fa comodo (siamo sicuri che Lavariano abbia 1000 abitanti?)

Citi la Latteria di Lavariano e La Blave di Mortean, io sarei più interessato a conoscere la provenienza delle materie prime che queste aziende usano e cosa i diretti interessati (queste due aziende) pensino del progetto. Sarei anche interessato a capire perché chiami in causa la Blave di Mortean dato che “l’unica frazione veramente interessata” sarà Lavariano.

Dici: “una potente attività mediatica invade ogni spazio” ma questo è discutibile. Inoltre dici: “…forti del supporto di professionisti della propaganda” ma a me sembra che l’unica propaganda la stiate facendo voi del NO, visti i toni che usate, visto come veicolate le informazioni a vostro tornaconto, visto che parli per ben due volte in questo articolo di demagogia (proprio in questo articolo parli di demagogia!?), visto che utilizzi tu stesso termini e tecniche comunicative tipiche della propaganda politica e carbonara di cui accusi la controparte.

Dici: “E’ così che una incerta speculazione … in gran parte non interessata e … male informata.” ma sei sicuro che voi siate veramente e correttamente informati su tutto? Secondo me sei un po’ presuntuoso nel dire che la gran parte della popolazione sia non interessata, e sei un po’ stupido nel dire che la gran parte della popolazione sia male informata poiché, almeno in teoria, anche voi del NO state facendo informazione (non state facendo pura propaganda, ma state informando la popolazione, giusto?) e quindi la mala-informazione è anche causa vostra. Se invece intendevi dire che la gran parte della popolazione non è interessata alla costruzione dell’impianto, bé, ne sei proprio sicuro?

Reply
Francesco Polo 8 Marzo 2015 at 9:33

Gentile Roberto, non nego l’esistenza di citazioni occasionali che menzionavano il tema autodromo ben prima del 2014. Il fatto è che queste affermazioni, molto sporadiche e sottotono in verità, confondevano il tema con la guida sicura non garantendo una cognizione né dei fini del progetto, né delle dimensioni. Ricordo che il Consiglio Comunale ha deliberato ben due iter in direzione di un non meglio precisato autodromo, in particolare con delibera comunale del 18/11/2008 e con delibera comunale del 10/05/2012. Tuttavia il primo confronto pubblico sul tema è avvenuto su iniziativa del Comitato per la Vita del Friuli Rurale solo il 20 giugno 2013. Il progetto attuale emerge pubblicamente (ma esisteva da un pezzo) solo a settembre 2014, quando viene presentato ai commercianti lavarianesi e poi protocollato in comune. La campagna mediatica, accesa e dirompente, parte il 23 novembre 2014 sul Messaggero Veneto, per iniziativa dei proponenti che si giocano la carta propagandista e demagogica. Poi l’autodromo diventa un parco, e nelle pubblicità a malapena si vedono auto e moto: in compenso ci sono addirittura i bambini a giocare spensierati a ridosso del circuito.

Lavariano ha poco più di 1000 abitanti (l’approssimazione è dell’ordine di una ventina di persone), la differenza tra 680 metri e mezzo chilometro è trascurabile in questo caso, perché mezzo chilometro già rende conto dell’ordine di grandezza, ed è l’ordine di grandezza l’elemento da rilevare. Se si tratta di sminuire le eccellenze locali, tra cui una Latteria Sociale Turnaria che riceve il latte solo dal territorio e un’associazione certificata che promuove del granoturco entro parametri certificati di qualità lascio ad altri questo onore.

Per giudicare chi ha il monopolio della propaganda rimando alle testate della stampa più diffusa. Ovviamente non dico certo che anche i contrari non abbiano voce in capitolo, ma invito a paragonare spazi e titoli su più giorni. Informo inoltre che i comunicati stampa inoltrati dai contrari al progetto vengono anche ignorati, se non dopo estenuanti fatiche, e confusi in mezzo alla propaganda di segno opposto. Inoltre, mentre si spendono righe preziose a pubblicizzare pareri di pancia privi di contenuti argomentativi, le serate culturali reclamizzate dai sostenitori di Lavariano Borgo Rurale, con ospiti illustri d’eccezione, hanno visibilità quasi esclusivamente grazie a pagine web autogestite e volantinaggio.

Dicendo che gran parte della popolazione non sia interessata sostengo che gran parte della gente del circondario non sarà toccata più di tanto da eventuali problematiche di vario ordine, pertanto non avrà problemi a ignorare la questione o a scommettere sulla pelle di altri. Per quanto riguarda la cattiva informazione, sottolineo come sia facile dare la propria approvazione ad un filmato pubblicitario o a ipotesi che conciliano ogni cosa con il suo opposto e sembrano accontentare tutti (gli appassionati per il circuito, i naturalisti per il parco, il parco giochi per le mamme, gli uccellini e le mongolfiere nel cielo, le sale polifunzionali per le associazioni, i concerti per i fan e chi più ne ha più ne metta).

Reply
Angelo 4 Marzo 2015 at 11:31

Sono un ragazzo friulano con la passione per le moto, ed ho potuto frequentare diversi circuiti italiani ed esteri, e in nessun caso ho mai riscontrato proteste per inquinamento ambientale, anzi molte delle attività della zona interessata ne traggono beneficio (B&B, ristoranti, benzinai, supermercati, ecc). La zona della pista interessata è semplicemente abbandonata a se stessa, con molte immondizie sparse su di essa (e ci sono molte fotografie a dimostrarlo). Inoltre il referendum del 15 Marzo è semplicemente consultivo, e quindi servirà all’amministrazione per sapere cosa ne pensano i cittadini sulla possibilità di avere un circuito. Il risultato non implica in nessun modo che il progetto venga realizzato, ed anche se il risultato fosse favorevole il progetto finale dovrebbe comunque superare molti altri esami di tipo ambientale/urbanistico/economico ecc.
Concludo dicendo che la presenza di un progetto simile non toglie nulla alle caratteristiche rurali di Lavariano, anzi è u modo perché ancora più gente conosca queste località. La “blave” non attira certo i turisti da sola, ma sono le caratteristiche e la ricettività del territorio ad essere attraenti.

Reply
Francesco Polo 8 Marzo 2015 at 9:33

Gentile Angelo, apprezzo la tua testimonianza rispetto all’esperienza di altre realtà, ma devo contraddirti su quanto rilevato rispetto al territorio della pista dove, è vero, si trova qualche immondizia, ma davvero non in quantità rilevante. Ti invito ad andarci o a guardare il filmato su lavariano.it per farti un’idea. Se poi vi fosse sporcizia, non sarebbe l’argomento giusto per costruirvi un autodromo, perché se ho il giardino di casa imbrattato da cartine le raccolgo, non ci costruisco un pantheon grande tre volte e mezza. Confermo inoltre che il referendum sarà consultivo e serviranno ulteriori passaggi per andare avanti, ma chiede esplicitamente il parere su un “autodromo” non meglio definito (vedi quesito). Ciò potrebbe facilmente legittimare qualunque progetto ben definito successivo, anche molto discostante da quello proposto dalla SRL di cui sopra. Credo sia molto pericoloso avallare un qualcosa di assolutamente poco chiaro e privo di garanzie di alcun tipo.

Reply
Nicola 4 Marzo 2015 at 16:17

Devo ammettere che in questo articolo ho letto parecchie cose che mi son risultate ridicole….esistono fior di s.r.l. che muovono capitali consistenti ogni anno,l’importo che una s.r.l. pone come base aziendale non è sintomo della sua capacità economica.
Parlate di autodromi che data la congiuntura economica sono in crisi,ma non riportate di quegli autodromi che con una gestione intelligente continuano ad aver i loro profitti,come mai riportate solo cose di vs comodo?? Corretto che il referendum venga effettetuato nel paese che dovrebbe ospitare l’impianto…sarebbero poi loro a godere degli eventuali frutti/sopportare le eventuali problematiche derivanti….i paesi limitrofi qualora venissero coinvolti in un referendum esprimerebbero un’opinione su un qualcosa che non li riguarda da vicino.
Poi non capisco tutta l’avversita mostrata dai molti nei confronti degli autodromi,alla fine rappresentano una valvola di sfogo per chi vuole potersi gustare la velocità in sella alla propria moto o auto,in tutta sicurezza…se non ci son autodromi,la gente continuerà a correre per strada.

Reply
Francesco Polo 8 Marzo 2015 at 9:35

Gentile Nicola, sappiamo tutti benissimo che una SRL può investire ben più denaro di quanto rientrante inizialmente nel capitale sociale. Ma è pur vero che la SRL è una società a responsabilità limitata. Ciò non ispira certo la stessa fiducia rispetto a modelli societari diversi o a chi fornisce garanzie di altro tipo. Per valutare lo stato di salute degli autodromi ti rimando al parere di Massimo Cataldi, commissario tecnico nazionale Aci-Csai, organismo nazionale deputato all’amministrazione dello sport automobilistico:

“Lo sport dell’automobile sta subendo una notevole e veloce trasformazione dovuta all’evoluzione tecnologica, alla razionalizzazione delle risorse umane ed economiche, al taglio del superfluo, nonché, cosa non secondaria, ad una contrazione dei suoi stessi praticanti. Le gare di ogni tipologia si sono ridotte di oltre il 50% negli ultimi 5 anni, i concorrenti del 70%. Un esempio: nel 2009 il campionato “Targa Tricolore Porsche” che si snodava in 8 gare su autodromi già accuratamente selezionati, compresi due d’oltralpe, in un raggio di 500 km dal centro della pianura padana, dove esiste il più grande bacino d’utenza, al fine di evitare lunghe trasferte ai team ed ai piloti, si svolgeva in 3 giornate e annoverava 3 tipologie di gare con circa 100 vetture partecipanti. Oggi, invece, un solo giorno di gara e appena 12 in media le vetture. E non si prevedono miglioramenti”(fonte: http://www.siracusanews.it/node/51771).

Ecco invece cosa dice Paolo Poli, che Luca Cordero di Montezemolo ha voluto alla guida del Mugello:

“Ciò che mi sento di dire sulla base della mia esperienza qui al Mugello è che il mercato degli autodromi in Italia è saturo. Sopravvivono solamente gli impianti di altissimo livello in grado di fare numeri importanti, sia dal punto di vista del pubblico che delle manifestazioni ospitate. Non voglio assolutamente scoraggiare la libera imprenditoria, ma se è vero che il progetto di Pontedera non è supportato economicamente dal pubblico ma è esclusivamente frutto del denaro messo a disposizione da privati, ad un amico imprenditore sconsiglierei vivamente di intraprendere questa avventura. È difficile competere per noi, che negli ultimi vent’anni, con investimenti colossali, abbiamo acquisito una certa visibilità internazionale, figuriamoci per un autodromo che parte da zero, senza esperienza e senza uno staff rodato. Ripeto: non intendo demotivare nessuno, ma mi dispiacerebbe vedere un imprenditore che getta via i propri soldi oppure un territorio che non ha i ritorni che si aspettava. Attualmente i costi di gestione di un autodromo sono altissimi. Oltre alle spese legate all’investimento iniziale, ci sono quelle per il mantenimento e la manutenzione del tracciato e delle infrastrutture. Inoltre, sono elevatissimi anche i costi per poter garantire in ogni momento la massima sicurezza, per piloti e pubblico” (fonte: http://iltirreno.gelocal.it/pontedera/cronaca/2014/06/03/news/un-nuovo-autodromo-che-coraggio-1.9354982).

Reply
Andrea Macor 4 Marzo 2015 at 22:42

Se si vedono sempre speculazioni in ogni dove e si invidia chi ha più possibilità economiche non si crescerà mai, sopratutto se le decisioni di persone di oggi condizioneranno la vita futura dei nostri figli e nipoti.
Un circuito di queste dimensioni potrebbe essere un qualcosa che finalmente darebbe un po’ di freschezza alla nostra regione, dopotutto si tratta di un nastro di asfalto di pochi metri di larghezza in mezzo a campi e prati recuperati e piantumati ancor più di prima, non si tratta del solito centro commerciale con parcheggio e cemento a iosa. Non si è ancora capito che un circuito è costituito dall’80% da NATURA! guardatevi le foto su google maps dei circuiti del mondo!

Reply
Francesco Polo 8 Marzo 2015 at 9:38

Gentile Andrea, aggiungo a quanto detto nelle risposte precedenti alcune note personali, più o meno condivisibili. Non ho niente in contrario rispetto a progetti che possano portare sviluppo e futuro. Però pretendo, quando sono fatti sulla mia pelle, di godere della massima trasparenza, del massimo dettaglio, delle massime garanzie possibili. Aggiungo, magari suscitando l’ilarità di qualcuno: come tanti lavarianesi amo il mio paese, così com’è, così come può essere, fatto dalla nostra gente, dal nostro modo di sentire, dalla nostra capacità di essere e di costruire. Sappiamo fare tanto qui a Lavariano, e chi partecipa alla nostra attività lo sa. Possiamo fare da soli il nostro futuro, senza aspettare l’elemosina di qualcun altro. Il mio è un appello, non solo ai lavarianesi, ma alla mia generazione: non saranno gli altri a regalarci un futuro, dobbiamo prendercelo imparando a modificare noi stessi la nostra casa, il nostro territorio, con i nostri sogni e i nostri progetti, sostenibili. È vero che senza progetti non c’è futuro. Ma se i progetti non sono sostenibili, illusi dal fascino di un imprecisato futuro, perderemo anche quel poco di buono che abbiamo nel presente.

Vi ringrazio per i vostri commenti e i vostri spunti utili all’analisi. Buona domenica a tutti.

Reply
Francesco Polo 7 Marzo 2015 at 10:49

Gentile Robert, l’articolo non nega l’esistenza del cemento, ma sottolinea la spontanea graduale rinaturalizzazione della zona. L’immagine da Google Maps è riportata anche su questa pagina. Faccio notare il perimetro dell’autodromo (35 ettari) rispetto alla piccola lingua di cemento rimasta ancora esposta (3 ettari). Per chi ha piacere, sul sito lavariano.it, tramite un filmato, si può fare un giro in bici proprio in quella zona.

Gentile Affarimiei, faccio notare che ogni possibile problematica suscitata da un impianto di tali dimensioni ricadrà quasi esclusivamente sugli abitanti della zona. Quindi saranno “affari nostri”. Capiamo benissimo che molti appassionati non se ne curino e non abbiano nemmeno la necessità di approfondire: sappiamo, purtroppo, che è facile rischiare sulla pelle di altri. Sottolineo, e mi si permetta di conoscere bene questa zona, la tua totale non conoscenza del tessuto socio-culturale locale, dove parlare di “mortorio e senilità” è un’immagine a dir poco inadatta. Sottolineo la completa assenza di garanzie fornite dai proponenti e il fatto che una SRL, per definizione, è una società a responsabilità limitata. Sottolineo inoltre un’affermazione di principio: gli appassionati hanno tutto il diritto di esprimere la propria passione, ma nessun diritto di imporla a spese di altri.

Gentile Roberto, non nego l’esistenza di citazioni occasionali che menzionavano il tema autodromo ben prima del 2014. Il fatto è che queste affermazioni, molto sporadiche e sottotono in verità, confondevano il tema con la guida sicura non garantendo una cognizione né dei fini del progetto, né delle dimensioni. Ricordo che il Consiglio Comunale ha deliberato ben due iter in direzione di un non meglio precisato autodromo, in particolare con delibera comunale del 18/11/2008 e con delibera comunale del 10/05/2012. Tuttavia il primo confronto pubblico sul tema è avvenuto su iniziativa del Comitato per la Vita del Friuli Rurale solo il 20 giugno 2013. Il progetto attuale emerge pubblicamente (ma esisteva da un pezzo) solo a settembre 2014, quando viene presentato ai commercianti lavarianesi e poi protocollato in comune. La campagna mediatica, accesa e dirompente, parte il 23 novembre 2014 sul Messaggero Veneto, per iniziativa dei proponenti che si giocano la carta propagandista e demagogica. Poi l’autodromo diventa un parco, e nelle pubblicità a malapena si vedono auto e moto: in compenso ci sono addirittura i bambini a giocare spensierati a ridosso del circuito.

Lavariano ha poco più di 1000 abitanti (l’approssimazione è dell’ordine di una ventina di persone), la differenza tra 680 metri e mezzo chilometro è trascurabile in questo caso, perché mezzo chilometro già rende conto dell’ordine di grandezza, ed è l’ordine di grandezza l’elemento da rilevare. Se si tratta di sminuire le eccellenze locali, tra cui una Latteria Sociale Turnaria che riceve il latte solo dal territorio e un’associazione certificata che promuove del granoturco entro parametri certificati di qualità lascio ad altri questo onore.

Per giudicare chi ha il monopolio della propaganda rimando alle testate della stampa più diffusa. Ovviamente non dico certo che anche i contrari non abbiano voce in capitolo, ma invito a paragonare spazi e titoli su più giorni. Informo inoltre che i comunicati stampa inoltrati dai contrari al progetto vengono anche ignorati, se non dopo estenuanti fatiche, e confusi in mezzo alla propaganda di segno opposto. Inoltre, mentre si spendono righe preziose a pubblicizzare pareri di pancia privi di contenuti argomentativi, le serate culturali reclamizzate dai sostenitori di Lavariano Borgo Rurale, con ospiti illustri d’eccezione, hanno visibilità quasi esclusivamente grazie a pagine web autogestite e volantinaggio.

Dicendo che gran parte della popolazione non sia interessata sostengo che gran parte della gente del circondario non sarà toccata più di tanto da eventuali problematiche di vario ordine, pertanto non avrà problemi a ignorare la questione o a scommettere sulla pelle di altri. Per quanto riguarda la cattiva informazione, sottolineo come sia facile dare la propria approvazione ad un filmato pubblicitario o a ipotesi che conciliano ogni cosa con il suo opposto e sembrano accontentare tutti (gli appassionati per il circuito, i naturalisti per il parco, il parco giochi per le mamme, gli uccellini e le mongolfiere nel cielo, le sale polifunzionali per le associazioni, i concerti per i fan e chi più ne ha più ne metta).

Gentile Angelo, apprezzo la tua testimonianza rispetto all’esperienza di altre realtà, ma devo contraddirti su quanto rilevato rispetto al territorio della pista dove, è vero, si trova qualche immondizia, ma davvero non in quantità rilevante. Ti invito ad andarci o a guardare il filmato su lavariano.it per farti un’idea. Se poi vi fosse sporcizia, non sarebbe l’argomento giusto per costruirvi un autodromo, perché se ho il giardino di casa imbrattato da cartine le raccolgo, non ci costruisco un pantheon grande tre volte e mezza. Confermo inoltre che il referendum sarà consultivo e serviranno ulteriori passaggi per andare avanti, ma chiede esplicitamente il parere su un “autodromo” non meglio definito (vedi quesito). Ciò potrebbe facilmente legittimare qualunque progetto ben definito successivo, anche molto discostante da quello proposto dalla SRL di cui sopra. Credo sia molto pericoloso avallare un qualcosa di assolutamente poco chiaro e privo di garanzie di alcun tipo.

Gentile Nicola, sappiamo tutti benissimo che una SRL può investire ben più denaro di quanto rientrante inizialmente nel capitale sociale. Ma è pur vero che la SRL è una società a responsabilità limitata. Ciò non ispira certo la stessa fiducia rispetto a modelli societari diversi o a chi fornisce garanzie di altro tipo. Per valutare lo stato di salute degli autodromi ti rimando al parere di Massimo Cataldi, commissario tecnico nazionale Aci-Csai, organismo nazionale deputato all’amministrazione dello sport automobilistico:

“Lo sport dell’automobile sta subendo una notevole e veloce trasformazione dovuta all’evoluzione tecnologica, alla razionalizzazione delle risorse umane ed economiche, al taglio del superfluo, nonché, cosa non secondaria, ad una contrazione dei suoi stessi praticanti. Le gare di ogni tipologia si sono ridotte di oltre il 50% negli ultimi 5 anni, i concorrenti del 70%. Un esempio: nel 2009 il campionato “Targa Tricolore Porsche” che si snodava in 8 gare su autodromi già accuratamente selezionati, compresi due d’oltralpe, in un raggio di 500 km dal centro della pianura padana, dove esiste il più grande bacino d’utenza, al fine di evitare lunghe trasferte ai team ed ai piloti, si svolgeva in 3 giornate e annoverava 3 tipologie di gare con circa 100 vetture partecipanti. Oggi, invece, un solo giorno di gara e appena 12 in media le vetture. E non si prevedono miglioramenti”(fonte: http://www.siracusanews.it/node/51771).

Ecco invece cosa dice Paolo Poli, che Luca Cordero di Montezemolo ha voluto alla guida del Mugello:

“Ciò che mi sento di dire sulla base della mia esperienza qui al Mugello è che il mercato degli autodromi in Italia è saturo. Sopravvivono solamente gli impianti di altissimo livello in grado di fare numeri importanti, sia dal punto di vista del pubblico che delle manifestazioni ospitate. Non voglio assolutamente scoraggiare la libera imprenditoria, ma se è vero che il progetto di Pontedera non è supportato economicamente dal pubblico ma è esclusivamente frutto del denaro messo a disposizione da privati, ad un amico imprenditore sconsiglierei vivamente di intraprendere questa avventura. È difficile competere per noi, che negli ultimi vent’anni, con investimenti colossali, abbiamo acquisito una certa visibilità internazionale, figuriamoci per un autodromo che parte da zero, senza esperienza e senza uno staff rodato. Ripeto: non intendo demotivare nessuno, ma mi dispiacerebbe vedere un imprenditore che getta via i propri soldi oppure un territorio che non ha i ritorni che si aspettava. Attualmente i costi di gestione di un autodromo sono altissimi. Oltre alle spese legate all’investimento iniziale, ci sono quelle per il mantenimento e la manutenzione del tracciato e delle infrastrutture. Inoltre, sono elevatissimi anche i costi per poter garantire in ogni momento la massima sicurezza, per piloti e pubblico” (fonte: http://iltirreno.gelocal.it/pontedera/cronaca/2014/06/03/news/un-nuovo-autodromo-che-coraggio-1.9354982).

Aggiungo alcune note personali, più o meno condivisibili. Non ho niente in contrario rispetto a progetti che possano portare sviluppo e futuro. Però pretendo, quando sono fatti sulla mia pelle, di godere della massima trasparenza, del massimo dettaglio, delle massime garanzie possibili. Aggiungo, magari suscitando l’ilarità di qualcuno: come tanti lavarianesi amo il mio paese, così com’è, così come può essere, fatto dalla nostra gente, dal nostro modo di sentire, dalla nostra capacità di essere e di costruire. Sappiamo fare tanto qui a Lavariano, e chi partecipa alla nostra attività lo sa. Possiamo fare da soli il nostro futuro, senza aspettare l’elemosina di qualcun altro. Il mio è un appello, non solo ai lavarianesi, ma alla mia generazione: non saranno gli altri a regalarci un futuro, dobbiamo prendercelo imparando a modificare noi stessi la nostra casa, il nostro territorio, con i nostri sogni e i nostri progetti, sostenibili. È vero che senza progetti non c’è futuro. Ma se i progetti non sono sostenibili, illusi dal fascino di un imprecisato futuro, perderemo anche quel poco di buono che abbiamo nel presente.

Vi ringrazio per i vostri commenti e i vostri spunti utili all’analisi. Un buon weekend a tutti.

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