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Culture Poesia e letteratura

Ottantacinquesimo anniversario di Pavle Merkù

Pavle Merkù
Pavle Merkù

Pavle Merkù, compositore, etnomusicista e linguista triestino di lingua slovena (intervistato da Konrad nel novembre del 2010, vd. K161), ha compiuto il 12 luglio 85 anni. Apprezzato in Italia e all’estero, è stato festeggiato nella sua città, e in due serate.

La prima serata si è svolta il 16 ottobre, allo Slovensko Stalno Gledališče (Teatro Stabile Sloveno) assieme alla Glasbena Matica e al Prosvetno Društvo Soča (Circolo Culturale Isontino), con un concerto delle sue composizioni: il meraviglioso coro Slovenski komorni zbor (Coro sloveno da camera) è stato diretto da Martina Batič, mentre i cantanti Anamarija Lazarevič (soprano), Matija Bizjan (basso) e Martin Logar (tenore) sono stati accompagnati al piano da Tatjana Kauičič, che ha dato una prova di sé nell’intenso e unico brano per pianoforte della serata (Epistola a Lojze Lebič). Purtroppo il compositore, per cause di forza maggiore, non era presente in sala. La conoscenza delle lingue di Merkù, che nell’arco della sua storia artistica ha utilizzato varie espressioni linguistiche (friulano, italiano, inglese, latino, sardo, sloveno, triestino…), ha fatto sì che i brani scelti comprendessero 3 lingue: sloveno (da Kosovel, Kuntner, Rebula), italiano (Bressan e Piumini) e latino (salmi, preghiere). In Italia non sono molti i musicisti, corali, lirici e pop, a musicare poesie, ma il nostro concittadino ne ha musicate più di 70. L’assenza fisica e intellettuale del Maestro si sentiva, almeno inizialmente, perché poi la musica, al solito modo dell’Arte, lo ha reso presente.

Il secondo festeggiamento si è svolto il 23 ottobre, alla Scuola della Musica, anche questa volta in assenza del Maestro. A condurre l’evento è stato il figlio del Maestro, Andro, e il professore e poeta Roberto De Denaro, che hanno presentato il video Alba di Boris Zulian, un filmato che entra nel colore dei quadri da lui dedicati a Pavle Merkù, o forse è meglio dire ispirati da Pavle Merkù, e che si possono vedere esposti. Sia i presentatori che il pittore hanno cercato di rispondere alla domanda Si può dipingere la musica?, parzialmente retorica visto che Zulian ha risposto di sì semplicemente facendoli. La musica del filmato, ovviamente, era di Merkù, come anche il brano eseguito dal flautista Tommaso Bisiak, dal titolo Charis (del 2000). Il pubblico era fatto di amici e colleghi (tra i più noti dei quali c’era Pressburger, regista dell’unica opera lirica di Merkù, La libellula, del 1976) e l’assenza, se era resa più leggera dal loro calore, era però ben percepita. De Denaro ha iniziato ricordando il valore del saggio di Merkù Le tradizioni popolari degli sloveni in Italia (del 1976, ristampato nel 2003), un libro che dovrebbe essere in ogni biblioteca. Ma presto Andro è intervenuto, e così ha fatto per tutta la serata, provocandolo e cercando di fargli perdere il filo, con risultati volutamente comici, e lasciando incompleti o appena abbozzati i parallelismi con Musorsgkij, Schönberg, Skrjabin, Čiurlionis, e un confronto con la matematica e le sue regole. Zulian ha ricordato la genesi del suo lavoro sul compositore: quando, nel 1975, chiese – sorpreso – a Merkù perché gli avesse comprato un suo quadro, il Maestro rispose perché ne vedeva i colori; anni dopo ricevette da Merkù degli spartiti con correzioni e ripensamenti, che gli suscitarono una forte emozione. Dopo circa 15 anni di attesa il pittore dipinse la sua musica.

Chi scrive confida che la opere di Pavle Merkù siano eseguite per molto tempo ancora, e indipendentemente dagli anniversari.

Riccardo Redivo

[Da Konrad n°182, dicembre 2012/gennaio2013]

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