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Economia e lavoro

Troika… rivemo!

Collisione con un iceberg fiscale in avvicinamento?
– di Comandante Diavolo –

tròika (meno com. tròica) s. f. [dal russo trojka, propr. «terzina», der. di tri «tre»]. –
1. Tiro a tre, tipo di attacco per tre cavalli usato in Russia sia per carrozze sia per slitte: i tre quadrupedi sono affiancati, quello di mezzo è attaccato alle stanghe, quelli laterali con semplici tirelli; in genere il cavallo centrale va al trotto e quelli laterali al galoppo. Per estens., carrozza, slitta tirata da tre cavalli.
2. fig. Nella pubblicistica, direzione a tre, organo collegiale, soprattutto politico, o economico, costituito da tre membri: la t. sovietica del periodo successivo a Kruscëv; la t. che presiede all’industria di stato.
Fonte: Vocabolario on line Treccani

In K197 vi avevamo parlato di sei decimali di prodotto interno lordo che separavano l’Italia dal pareggio strutturale di bilancio nel 2015, tanto caro alla tecnocrazia europea. Dicevamo che si trattava di far saltare fuori dalle spire del bilancio statale 9.3 miliardi di euro ovvero la cifra per accomodare la nostra pagella di studenti discoli. La differenza rispetto a giugno scorso è che l’Italia è ufficialmente rientrata in recessione: secondo l’Ocse la crescita italiana nel 2014 si attesterà attorno a -0.4%, unico paese del G7 in territorio negativo. Quindi un nuovo numerino magico con il segno meno davanti farà probabilmente capolino nelle stime del governo (in precedenza positive), il che comporterà necessariamente un peggioramento del rapporto tra deficit e Pil. I 9.3 miliardi di euro sono destinati a lievitare considerevolmente e renderanno la legge di stabilità 2015 un esercizio ad elevato coefficiente di difficoltà. Sopratutto perchè il governo ha più volte ribadito di voler conseguire il risultato senza aumenti dell’imposizione fiscale, ma bensì con tagli alla spesa pubblica. I tagli ai budget dei ministeri il blocco degli stipendi pubblici dovrebbero portare in dote qualcosa di significativo (5-6 miliardi). Per quanto riguarda il piano di dismissioni delle partecipazioni pubbliche, le cose non sono iniziate bene con Fincantieri (partecipazione statale ritirata dal collocamento, offerta ridotta e prezzo abbassato, ndr) e il prossimo test sarà in autunno con Raiway: il grande appetito per asset italiani che si percepiva nella prima parte dell’anno sembra diventato più impalpabile. La contabilizzazione del calo della spesa per interessi e il recupero di evasione fiscale sono niente più che candide (nemmeno troppo) illusioni. La prima perchè l’unico modo per consolidare il risparmio sugli interessi passivi sarebbe rifinanziare l’intero stock del debito italiano hic et nunc ai (bassi) tassi attuali. La seconda perchè si risolve tutto in una questione di consenso politico, che nessuno ha intenzione di alienarsi. Altrimenti avremmo già misure sull’azzeramento dell’uso del contante e sulla tassazione dei patrimoni frutto di illecito detenuti all’estero, tanto per citarne due a caso. Il rischio è che oltre a qualche aumento d’imposta mascherato finisca nel tritacarne il Fondo Sanitario Nazionale.

 

http://blogs.kent.ac.uk/change-academy/2012/04/30/change-and-the-knowledge-iceberg/
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All’inizio di agosto, Eugenio Scalfari manda di traverso la colazione della domenica a molti con un editoriale in cui dice che, date le circostanze, l’Italia dovrebbe sottoporsi al controllo della cosidetta Troika (Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale, Commissione Europea). Molti osservatori hanno colto in quelle parole un segnale nefasto. Qualche giorno dopo un elicottero della Presidenza del Consiglio atterra su di un campetto da calcio in Umbria per un incontro informale tra Matteo Renzi e Mario Draghi. Quest’ultimo alla fine del mese da Jackson Hole, Wyoming, getta le basi per l’adozione da parte della Bce di misure non-convenzionali di politica monetaria volte al contrasto della deflazione e di supporto al rilancio della crescita nell’Eurozona. Il tutto viene poi ufficializzato durante il meeting della Bce di inizio Settembre, con la palla che viene passata ai governi nazionali. Il messaggio era diretto a quei paesi che non hanno sfruttato il progressivo allentamento delle pressioni sui tassi di mercato del debito pubblico iniziato nell’estate del 2012 scaturito dall’ormai celebre discorso di Draghi per fare le riforme strutturali. Francia e Italia hanno infatti pescato dalle carte degli imprevisti quella dell’uscita gratis di prigione e se la sono pure venduta. Per questo pensiamo che la sequenza di eventi che abbiamo riportato qui sopra non sia casuale e che l’Italia, se ce la farà ad evitare la rotta di collisione fiscale che si prospetta in questa ultima parte del 2014, sarà sopratutto perchè avrà ottenuto viatico in alto loco a sforare i parametri fiscali in cambio di qualche riforma pesante. Tutti gli indizi portano al Jobs Act. Con una dose di sana disillusione possiamo dire che la Troika è già qui tra noi.

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Due notazioni conclusive. La prima è che sta passando decisamente sottotraccia la raccolta di firme sul referendum per la modifica della legge 243/2012 sul pareggio di bilancio: non è la soluzione a tutti i problemi, ma rappresenterebbe comunque qualcosa di importante. La seconda è che la situazione scozzese dovrebbe aver fatto fischiare le orecchie a più di qualcuno, anche a Berlino e Bruxelles. Al di là dell’esito finale, il vaso di Pandora è stato aperto e questo non può essere ignorato. Molte altre situazioni simili, sopratutto nel contenuto ideologico, si stanno muovendo o potrebbero farlo per non iniziare finalmente a pensare a come vuole essere e cosa vuole fare l’Europa da grande.

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